mar 13

È rischioso trasferire, in presenza di debiti, i contratti in corso dalla vecchia alla nuova azienda

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È rischioso trasferire, in presenza di debiti,  i contratti in corso dalla vecchia alla nuova azienda

Se l’imprenditore ha  la sua impresa sommersa dai debiti e nel frattempo cede i contratti in corso ad un’altra azienda, sempre dello stesso soggetto o di un prestanome, rischia grosso.

Infatti, se lo scopo è solo quello di evitare i creditori, e tra questi c’è il fisco, il pericolo è quello di una incriminazione per il reato di sottrazione illecita al pagamento delle imposte.

Lo ha chiarito la Cassazione con una recentissima sentenza  n. 7618 del 19.02.15.

Facile per il fisco dimostrare che l’imprenditore, in relazione ai beni trasferiti ed alla modalità di rientro in possesso dei medesimi beni, ha posto solo in essere una condotta finalizzata alla sottrazione al pagamento in favore dell’erario.

Peraltro, è del tutto irrilevante il mancato completamento dell’operazione rispetto alla punibilità delle condotte finalizzate alla distrazione: infatti, secondo la Corte, il reato sussiste a prescindere dalla realizzazione del trasferimento effettivo e del vantaggio economico.

Il reato non richiede che l’amministrazione tributaria abbia già compiuto un’attività di verifica, accertamento o iscrizione a ruolo, né richiede l’evento, vale a dire la sussistenza di una procedura di riscossione in atto e la effettiva vanificazione della riscossione tributaria coattiva. Si tratta infatti di un reato “di pericolo” e non “di danno” e l’esecuzione esattoriale, quindi, non configura un presupposto della condotta illecita, ma è prevista solo come evenienza futura che la condotta tende  a neutralizzare.

Ai fini della perfezione del delitto, pertanto, è sufficiente la semplice idoneità della condotta a rendere potenzialmente inefficace, a prescindere dai risultati effettivi e concreti,  la procedura di riscossione.