ott 13

Per l’impianto con caldaia revisione e verifica dei fumi per evitare sanzioni

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Per l’impianto con caldaia revisione e verifica dei fumi per evitare sanzioni

Il possesso di una caldaia comporta alcuni obblighi: innanzitutto il periodico  controllo: uno per la revisione dell’impianto e l’altro per  la verifica dei fumi  detto anche  controllo di efficienza energetica.

Responsabile dell’impianto è il proprietario dell’immobile o l’inquilino, se l’appartamento è stato dato in locazione, mentre se l’impianto è centralizzato, il responsabile è l’amministratore.

In mancanza di questi controlli, in caso di ispezioni da parte del Comune, si rischia una sanzione che va da un minimo di 500 a un massimo di 3.000 euro, mentre il manutentore che omette di redigere la relazione tecnica in merito all’intervento effettuato è punito con una pena pecuniaria dai 1000 ai 6000 euro

La revisione dell’impianto è finalizzata a garantirne la sicurezza mentre  la verifica dei fumi serve a verificare che le prestazioni del sistema siano ancora quelle dichiarate in fase di collaudo.

Il controllo deve essere effettuato da tecnici abilitati. mentre per quanto  concerne la frequenza dei controlli, la normativa nazionale  prevede che vengano effettuati:  ogni 2 anni, per gli impianti domestici di riscaldamento e climatizzazione superiori ai 10 kW e inferiori a 100 kW di potenza a combustibile liquido o solido;  ogni 4 anni, per gli impianti domestici a gas metano o GPL.

Il manutentore in seguito all’avvenuto controllo, rilascia  il bollino blu cioè la certificazione che attesta il corretto funzionamento dell’impianto e l’emissione di sostanze inquinanti entro i limiti fissati dalla legge, il cui esito deve poi essere comunicato all’ente di controllo delle singole amministrazioni locali.

Da settembre di quest’anno non si possono più produrre le caldaie convenzionali a camera stagna, che sono state sostituite  da quelle a condensazione. ma poiché le prime si possono ancora vendere occorre fare attenzione all’impianto che si  sceglie per evitare  che, dietro un prezzo molto vantaggioso, si nasconda la “scorrettezza” del rivenditore di disfarsi di merce ormai superata.