apr 9

Morosità bolletta idrica: a farne le spese devono essere solo i condomini che non hanno versato le proprie quote

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Morosità bolletta idrica: a farne le spese devono essere solo i condomini che non hanno versato le proprie quote

Tempi duri per chi non paga le spese condominiali e in particolar modo quelle legate alla bolletta dell’acqua.

L’Anaci – Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari – ha avanzato una proposta, già accolta con favore dalle società idriche, per contrastare il fenomeno della morosità.

Se il nuovo sistema verrà adottato su scala nazionale non ci sarà più il timore di vedersi staccare l’acqua quando uno o più condomini non paghino le rispettive quote: a subire i pregiudizi di tale condotta saranno solo questi ultimi.

L’amministratore del condominio spesso non riesce a far fronte alle spese ordinarie a causa del mancato incasso di alcune delle quote dovute dai vari proprietari e, in assenza di liquidità di cassa, le fatture restano insolute come le bollette per i servizi comuni di luce ed acqua.

Infatti le società che distribuiscono l’acqua accettano spesso solo pagamenti integrali della bolletta e dunque il pagamento parziale, infatti, non è sufficiente a ripristinare il servizio sospeso a causa della perdurante morosità.

E, quando viene interrotta l’erogazione dell’acqua, a farne le spese sono purtroppo tutti i condomini, sia quelli che hanno pagato le proprie competenze che quelli morosi: ciò è ingiusto perché si fa ricadere sui virtuosi le colpe degli inadempienti e tale situazione finisce puntualmente per costringere chi ha già pagato ad anticipare le quote di chi non è in regola per coprire i buchi di bilancio ed evitare la sospensione del servizio idrico.

In tal modo si avvantaggiano i morosi che, trovando sempre chi provvede al posto loro, non nutrono più alcun interesse a risolvere il proprio problema.

Ecco perché l’Associazione che raggruppa gli amministratori di condominio propone di imporre alle società idriche di accettare pagamenti parziali delle bollette tutte le volte in cui alcuni condomini non abbiano versato le proprie quote. In tali ipotesi, verrà garantita l’acqua a chi è in regola con le quote condominiali e verrà invece automaticamente staccata a chi è in ritardo: gli inadempienti saranno messi alle strette non potendo vivere senza acqua dovranno far fronte ai propri doveri.

Chiaramente non si andrà a toccare il “minimo vitale” dei 50 litri di acqua gratis al giorno, riconosciuti per legge anche ai morosi se presentano un Isee inferiore a 8.108,50 euro.

La Corte di Cassazione ha affermato che le obbligazioni in condominio sono “plurime” e “parziarie”; ne consegue che la valutazione sulla legittimità del “distacco” deve essere condotta anche alla luce del suddetto principio.

Dunque è illegittimo sospendere l’acqua a chi ha pagato per colpa di chi non lo ha fatto. Sicché bisogna provvedere a dei sistemi, tecnici e giuridici , che consentano l’erogazione parziale del servizio idrico in ragione dell’adempimento.

Il “distacco” può essere evitato attraverso una prassi che consiste nell’eseguire, da parte del condominio, un pagamento parziale (ma di cospicuo importo) utilizzando le somme effettivamente versate dai condomini in regola con i pagamenti e, contemporaneamente, comunicare alla società creditrice i nominativi dei morosi con l’indicazione del debito individuale relativo al contratto specifico di fornitura.