apr 13

L’Agenzia delle Entrate e l’agente della riscossione nell’esecuzione forzata, incontrano dei limiti in caso di pignoramento dello stipendio, della pensione, del conto corrente e dei mobili della casa

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L’Agenzia delle Entrate e l’agente della riscossione nell’esecuzione forzata, incontrano dei limiti in caso di pignoramento dello stipendio, della pensione, del conto corrente e dei mobili della casa

La legge definisce una serie di beni che il creditore non può  pignorare:  non si deve  risultare completamente nullatenente per poter sfuggire all’esecuzione forzata.

Questo vale anche quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate o l’Agente della riscossione.

In caso di  un’intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate o una cartella esattoriale da parte dell’Agente della riscossione  e non si hanno i soldi per pagare in un’unica soluzione, la cosa da fare per evitare il pignoramento è chiedere la rateazione: pagare  in modo dilazionato, il fisco non potrà agire con l’esecuzione forzata  finché si è in regola con i pagamenti.

Nel caso  l’Agente per la Riscossione dovesse muoversi con il pignoramento, ecco la lista dei beni impignorabili.

Il decreto del fare del 2013  ha reso impossibile il pignoramento della casa a condizione che questa sia l’unico immobile di proprietà del debitore, sia la propria residenza e dunque l’immobile sia adibito a civile abitazione e  non deve essere di lusso.

Pertanto se il debitore vive in affitto e la sua casa di proprietà è lasciata vuota o data a un inquilino, essa è pignorabile.

L’ufficiale giudiziario  in casa del debitore, può pignorare tutti i beni mobili che trova, sempre che,  non  venga fornita prova documentale  dell’appartenenza dei beni ad altri soggetti come per esempio  se il debitore vive a casa dei genitori.

Il fisco  può pignorare l’automobile del debitore, e  può anche preventivamente sottoporla a fermo amministrativo, una misura che impedisce al proprietario di circolarvi o rottamarla, finché non paghi completamente il debito.

Il fermo deve essere anticipato con raccomandata a.r. almeno 30 giorni prima, durante i quali il debitore può dimostrare che il mezzo gli serve per l’esercizio dell’attività di libero professionista o imprenditoriale: in questo caso, il fermo auto viene bloccato.

Se l’automobile è cointestata può sì essere pignorata per metà del valore, ma non può essere soggetta a fermo.

Il fisco può pignorare il conto corrente in banca ma con alcune eccezioni mentre  può  pignorare tutto ciò che è depositato  nelle cassette di sicurezza.

Per  legge  le polizze vita non possono mai essere pignorate da qualsiasi creditore, anche dal fisco.

Per quanto riguarda lo stipendio, se il pignoramento avviene presso il datore di lavoro,  può solo riguardare al  massimo un quinto delle somme.  Stessa cosa dicasi per la pensione: se il pignoramento avviene presso l’ente previdenziale esso non può toccare più di un quinto della pensione stessa, ma fatto salvo il cosiddetto minimo vitale che, attualmente, è pari a 672,76 euro.

Anche la pensione di invalidità è pignorabile anche se  il giudice può  limitare tale pignoramento entro i limiti necessari a garantire al pensionato una esistenza dignitosa e in modo da tutelare il diritto alla salute.

Il fisco può pignorare e mettere in vendita i beni cointestati come la casa o l’automobile, ma la metà del ricavato dalla vendita andrà restituita all’altro contitolare non debitore. Anche il conto corrente cointestato può essere pignorato ma nei limiti del 50%.