ott 23

Non si può costringere il marito o la moglie ad avere un rapporto intimo se l’altro… non si lava. Se insiste può scattare il reato di violenza

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Non si può costringere il marito o la moglie ad avere un rapporto intimo se l’altro… non si lava. Se insiste può scattare il reato di violenza

L’argomento può sembrare pruriginoso o si può prestare a facili ironie: invece anche i rapporti sessuali all’interno del matrimonio hanno una rilevanza giuridica.

Infatti la Cassazione, in una recente sentenza ha definito chiaramente un principio che può non piacere ma che bisogna accettare.

I giudici hanno affrontato la questione con chiarezza. Il concetto espresso è semplice: è legittimo rifiutare un rapporto intimo se l’altra persona ha un cattivo odore perché non vuole lavarsi. Insomma niente sesso se il coniuge puzza!

Il tema delicato è quello dei rapporti intimi all’interno del matrimonio: un piacere prima ancora che un obbligo sancito dalla legge.

Ma come è noto il coniuge che rifiuta di fare sesso con l’altro coniuge non solo rischia la separazione ma anche di non avere gli alimenti dall’altra parte.

Invece secondo la Cassazione è giusto dire «niente sesso se il coniuge puzza» perché la moglie o il marito hanno tutto il diritto di rifiutare un rapporto sessuale se non ce la fanno a sopportare un cattivo odore e chiedono inutilmente al partner di darsi una lavata prima di qualsiasi approccio fisico.

La «controparte» può dire di no perché, come sostiene la Suprema Corte, «si vede negata la propria libertà sessuale».

Inoltre il marito che pretende il sesso a tutti i costi rischia una denuncia per violenza sessuale: per la Cassazione costringere una persona ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà integra il reato previsto dal Codice penale.

Considerato che si compie violenza sessuale anche quando si costringe ad avere un rapporto non voluto dall’altro abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa, i Giudici hanno stabilito chiaramente che si commette reato di violenza sessuale quando si costringe il coniuge a fare sesso.

La Cassazione conferma che «con il matrimonio il marito e la moglie acquisiscono gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri». Il che non vuol dire che uno dei coniugi abbia il diritto al compimento di atti sessuali inteso come mero sfogo all’istinto sessuale contro la volontà del partner, tanto più se tali rapporti avvengono in un contesto di sopraffazioni, infedeltà o violenze che costituiscono l’opposto rispetto al sentimento di stima, affiatamento e reciproca solidarietà in cui il rapporto sessuale si pone come una delle tante manifestazioni.